EGITTO: IL TEMPO DELLE TERRIBILI PROFEZIE
Hai mai desiderato sbirciare nel futuro?
Nell'antico Egitto, alcuni individui, chiamati profeti, affermavano di avere questa straordinaria capacità. Attraverso testi misteriosi, dipingevano scenari di un futuro a volte inquietante, a volte pieno di speranza.
Questi saggi scrivevano su papiri sacri, e si credeva che le loro parole avessero un potere quasi magicoIn grandi sale, illuminate dalla luce tremolante di candele, i profeti, chiamati dal faraone, pronunciavano parole che facevano tremare le fondamenta del potere.
Non erano individui comuni; appartengono al personale del tempio, hanno studiato la lingua sacra (geroglifici), conoscono i testi fondativi della spiritualità faraonica. Sono anche maghi, vale a dire scienziati capaci di deviare il corso del destino per mantenere l'armonia sulla terra.
Il primo mago è il Faraone stesso; secondo la massima «Grande è il grande i cui grandi sono grandi», deve circondarsi di consiglieri competenti e fedeli, capaci di parlargli con cuore aperto e di descrivergli la realtà senza lusingarlo.
Così agiscono i profeti.
E' IL TEMPO DELLE TERRIBILI PROFEZIE
Convocati davanti al Faraone per predire il futuro, descrivono eventi orribili, un Paese invaso e sconvolto, il regno di criminali e ladri, il rovesciamento delle gerarchie, lo sconvolgimento dei cicli naturali, la fine della felicità e l'avvento di tutte le sventure. Ra, la luce divina, aveva dato la vita agli uomini; hanno dato vita al caos e all’ingiustizia, invertendo i valori, mettendo il male al posto del bene, l’egoismo al posto della generosità, l’avidità al posto della solidarietà. All'attacco dei barbari, che distruggono le difese della patria amata dagli dei, si accompagna una guerra civile durante la quale il figlio assassina il padre, nell'indifferenza generale tutti vivono solo
per se stessi, senza preoccuparsi della sorte degli altri.
I profeti stigmatizzano chi resta inconsapevole della gravità della situazione, chi rifiuta di vedere i fatti, chi si scoraggia e subisce il disastro senza reagire; ai loro occhi, i deboli e i codardi sono colpevoli quanto i distruttori e i piantagrane.
La più breve delle profezie, quella di Kha-Kheper-Ra-Seneb, sacerdote puro di Heliopolis, la città santa di Ra, è una sorta di dialogo tra l'uomo saggio e il suo cuore, cioè la sua coscienza e, in questo caso, la sua consapevolezza del futuro.
Egli trae da sé parole non ancora dette, la sua mente si avventura per sentieri sconosciuti.
La visione è drammatica e pessimistica.
In mancanza della fine del testo, non sappiamo se, dopo un periodo di sventura, il veggente avesse percepito un rinnovamento.
Le altre due profezie, quelle di Ipu-Ur e di Neferty, sono costruite secondo lo stesso schema: il profeta viene convocato davanti al faraone che desidera conoscere il futuro.
Poiché l'inizio della profezia di Ipu-Ur è andato perduto, non conosciamo il nome del monarca; sappiamo d'altra parte che Neferty, "grande ritualista della dea Bastet, originario della provincia di Heliopolis", apparve davanti all'illustre re Snefru (2613-2589), faraone della IV dinastia, rinomato per la sua gentilezza e saggezza.
COSA ACCADDE?
Durante un regno felice e pacifico, costruì le due piramidi giganti di Dashur e probabilmente completò la prima piramide liscia, quella di Meidum.
Queste profezie non rimangono valide per sempre?
Annunciano che l'umanità può scegliere tra Maat e isefet, tra Regola e disordine, tra amore e aggressività, tra solidarietà ed egoismo. In quanto tali, appaiono sorprendentemente moderni.
Maat, come sappiamo, per gli Egizi è una forza vitale che permea ogni aspetto dell'universo, dalle stelle alla società umana. Essi credevano che mantenendo la Maat, l'umanità potesse vivere in armonia con gli dei e con la natura.
Isefet, al contrario, rappresenta il disordine, il caos, l'ingiustizia e la disarmonia. Si tratta letterelamnte dell'opposto di Maat. Esso infatti minaccia e distruggere l'ordine cosmico e reca sofferenza agli uomini.
UN DOVERE ETICO MORALE SENZA TEMPO
Compiere la scelta tra Maat e Isefet è una scelta fondamentale che l'umanità deve affrontare in ogni momento della sua storia. potremmo deifnral al dicotomia fondante la nostra stessa naruta, a volte semplificata negli opposti luce-ombra, o, in chiave cristiana, Dio e Diavolo.
Dunque schierarsi con Maat o Isefet incide profondamente sulla nostra eistenza ma anche anceh alivello collettivo. Gli Egizi ritenevano che questa scelta potesse influenzare ma anche la vita ultraterrena l'aldilà e concorrore alla salvezza o alla dannazione...
Torniamo alle profezie.
La visione terribile: la violenza sostituisce l'armonia
[...] In verità tutti sono addolorati perché l'uomo considera il proprio figlio un nemico.
l'ostilità è ovunque.
Davvero, la faccia è rovinata, tutti si colpiscono.
Andiamo a comportarci da predatori!
Dimenticato è ciò che ti fu ordinato al tempo di Horus, al tempo dell'Enneade.
L'uomo virtuoso cammina tristemente, a causa di ciò che è accaduto nel paese, mentre l'uomo senza virtù cammina con gioia. [...]
Il brano sembra suggerire una profonda decadenza morale, dove i legami familiari si sono incrinati, l'ostilità prevale sull'armonia e i principi etici sembrano dimenticati. Cose del genere sono capitate spesso nella nostra stoira. Faccio un esempio, leggete la prefazione del Decameron di Boccaccio, leggete cosa dice di aver visto compiere ai fiorentini contro i fiorentini, madre contro figlio, figlio contro fratello. Leggete, e poi mi direte.
Umanità, la tua anima è decadenza!
Il riferimento ad Horus e all'Enneade, divinità che rappresentano l'ordine cosmico, suggerisce una rottura con le leggi naturali e questo priduce inevitabilemnte una perdita di Euqilibrio ed Armonia: si offende la Maat, si traidsce la morale cosmica e ciò produce consegueze nefaste.
L'ipocrisia, al pari della violenza, ma sorpttutto quest'ultima è la grande piaga che corrompe l'animo umano:
"turpe e vorace di ogni brutale gesto, questo sei, o uomo."
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