GIUBILEO - la speranza davvero non delude?
LA SPERANZA NON DELUDE?
La Chiesa, con la sua solita abilità nel marketing religioso, ha lanciato un altro Anno Santo. Un'offerta imperdibile per tutti coloro che desiderano una pulizia spirituale a fondo. Basta recarsi in una delle tante chiese autorizzate e seguire le indicazioni del manuale d'uso. Promettiamo un'esperienza unica e un incontro ravvicinato con Gesù. Ovviamente, a pagamento.
È un'offerta allettante che, nel corso dei secoli, ha attirato milioni di pellegrini e generato ingenti introiti per l'istituzione ecclesiastica.
Le spese per alloggio, cibo e souvenir religiosi sono solo la punta dell'iceberg. Dietro il gesto ritualizzato si nasconde un'industria ben oliata, che lucra sulla fede dei credenti. È innegabile che queste pratiche ancestrali abbiano un forte potere evocativo, ma è difficile non vedere in esse un'operazione commerciale mascherata da spiritualità
È innegabile che l'Anno Santo sia un'ottima occasione per fare un bel reset generale, no? Come un computer che si riavvia dopo un crash, solo che qui si riavvia l'intera umanità “cristiana”….
Bell'idea quella di prendere in prestito un'usanza ebraica, vero?
Ecco, forse in pochi sanno che il “giubileo” (come la Pasqua) ha un’origine ebraica, proprio come ebreo è il personaggio chiave della religione cristiana, Gesù o meglio Yeoshua ben Yosef, il predicatore apocalittico ebreo che annunciava la fine dei tempi e il ritorno alla santità per Israele…
Non divaghiamo.
Il giubileo, dicevamo, affonda le sue radici nell'ebraico 'Yôbel', il suono potente del corno di ariete che risuonava per annunciare l'arrivo di questo anno di grazia.
È scritto nell’Antico Testamento, nel libro del Levitico 25, 8-13;
“Conterai anche sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare la tromba dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese.
Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia.
Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso sarà per voi sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.
In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo.”
Ecco, sottolineo un passo interessante, secondo il Levitico (testo sacro per il popolo ebraico), nell’anno del Giubileo Israele doveva restituire le terre…
1300, il primo giubileo?
La pratica cristiano-cattolica del Giubileo fu introdotta da papa Bonifacio VIII, l’acerrimo nemico di Dante Alighieri, il guelfo fiorentino innamorato della Conoscenza, della Giustizia e dell’impegno civile che, cinquecento anni prima del conte Cavour, parlava di equità tra i massimi poteri, invocando la teoria dei Due Soli.
Si leggano i versi per cpaire cosa Dante pensasse di Bonifazio, come lo chiamva lui:
"Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio per lo qual non temesti tòrre a ’nganno la bella donna, e poi di farne strazio?"
Il Papa vedeva l'Europa, ferita da guerre e divisioni, da eresie e critiche alla sua Chiese.
Che fare? Serviva un atto che unisse tutti cristiani, che li indentificasse diversi dagli altri ma uniti e, magari, potasse anche denaro alla casa di Pietro.
Seduto sul suo trono con la Bibbia sulle ginocchia, Bonifacio VIII ebbe l’illuminazione.
Il 22 febbraio 1300, con la bolla pontificia "Antiquorum habet", il Papa annunciava l'istituzione del primo Giubileo della storia. Un evento straordinario, un'apertura delle porte del Paradiso, un'offerta di perdono incondizionato per tutti coloro che avessero compiuto un pellegrinaggio a Roma e avessero visitato le Basiliche di San Pietro e San Paolo.
Neanche a dirlo, la notizia si diffuse a macchia d'olio in tutta la cristianità. Un numero inimmaginabile di pellegrini, provenienti da ogni angolo d'Europa, si mise in cammino verso la Città Eterna. Strade polverose, valichi impervi, predoni di ogni genere non furono ostacoli sufficienti a fermare la fede di questi uomini e donne che sognavano il perdono e la salvezza.
Cercavano un raggio di luce in vite segnate dalla fatica e dalla paura della dannazione. Pensiamo a Roma che, sebbene già popolosa e malmessa, si vide riempirsi a dismisura di pellegrini di ogni condizione sociale in cerca di redenzione.
La spinta spirituale si mischiò a quella economica, inutile negarlo. Con il Giubileo l’economia della Città Santa si rilanciò tanto che da quel momento divenne il jolly da usare alla bisogna.
Oggi, come 700 anni fa, il sogno è quello di varcare le porte della Basilica e di tornare puri come bambini. Con l’anima tirata a lucido per effetto dell’indulgenza plenaria, la stesa che venne concessa ai Crociati che nel 1096 andarono a massacrare le popolazioni delle Terra Santa, si torna a vivere e a peccare fino al prossimo “risciacquo santo” che avverrà probabilmente tra 15 anni.
Come ci si puifica?
Il Vaticano lo psiega così:
Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato (cfr. Enchiridion Indulgentiarum, IV ed., norm. 20, § 1) e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio.
In altre parole, è come se il peccatore venisse "pulito" da ogni macchia di peccato, sia dal punto di vista divino che da quello delle conseguenze temporali del peccato stesso. E ciò vale anceh per lanime del Purgatorio (Spoiler, il Purgatorio è stato inventato durante il Medioevo per aumentare il proprio potere sulle coscienze degli uomini e sui suoi soldi e di ciò ne parla diffusamente lo storicolo storico Jacques Le Goff nel suo saggio L'invenzione del Purgatorio ).
GIUBILEO - la speranza davvero non delude? Ma quanti ce ne sono stati?
Giubileo straordinari ed ordinari?
Dal 2000 ad oggi, abbiamo assistito a un solo Giubileo ordinario, quello indetto da Papa Giovanni Paolo II, per celebrare il passaggio al nuovo millennio e il secondo millennio di cristianesimo.
Nel 2015-16 c’è stato invece un Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco per celebrare il 50° anniversario della chiusura del Concilio vaticano II.
Quanti ce ne sono stati?
Difficile dirlo con precisione a causa di irregolarità iniziali, di indizioni straordinarie, poi sospensioni per venti drammatici. Però si può stimare che l’Anno Santo avvenga ogni 25 anni, anche se, come visto, dal 2000 ad oggi questa regola non è stata rispettata.
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5).
Con la bolla papale 'Spes non confundit' del 29 dicembre, Papa Francesco ha dato inizio al nuovo Anno Santo. Ogni Giubileo, pur nelle sue specificità storiche, ribadisce l'appartenenza alla fede cattolica e crea un legame universale tra i fedeli in nome di Cristo.
Indubbiamente, il Giubileo presenta aspetti materiali e proselitistici, insiti in ogni religione monoteistica che rivendica l'unicità della propria verità e via di salvezza. Tuttavia, il Giubileo possiede anche una dimensione più intima e personale.
Mettiamo da parte, per un momento, le questioni dogmatiche e chiediamoci:
può il Giubileo essere un'occasione per una riflessione autentica sulle nostre azioni? Un invito a compiere un passo avanti verso la tolleranza e l'inclusione?
Ci chiediamo se, tra i destinatari di questo messaggio di speranza, ci siano anche i naufraghi nel Mediterraneo, i profughi di guerra, gli animali seviziati, i bambini macellati nei campi di accoglienza da bombe e droni.
La speranza non delude?
Alla base della costernazione umana c'è una scossa insopportaible.
Parola tremante nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Così scriveva Ungaretti dalle trincee nel 1916, immerso nel fango e nel sangue. Quasi un secolo dopo, le trincee sembrano non essere state abbandonate.
Per molti, sono ancora luoghi di sofferenza, di povertà, di solitudine. Cambiano le armi, cambiano i fronti, ma la condizione umana, in alcuni suoi aspetti più crudi, sembra non evolvere. Per molti altri le trincee sono dimensioni quotidiane di povertà e solitudine o di emarginazione e violenza.
La speranza non delude?
Dum spiro, spero
Non credo nell’Anno Santo ma voglio comunque sperare che avvenga quella rivolta emotiva che possa ingenerare in ogni animo la voglia di essere “umani”.
E voi?
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